I caffè d’Italia. E tu come lo bevi?

I caffè d’Italia. E tu come lo bevi?

Quando si parla di caffè, per noi italiani l’argomento è molto delicato. Questo perché non si tratta di una semplice bevanda calda ma di un simbolo di italianità. Il rito della tazzina, è per noi italiani un piacere irrinunciabile.
Il “caffè all’italiana” è estremamente identificativo per la nazione ed è strettamente legato alle nostre tradizioni. Il significato che attribuiamo all’”andare a prendere un caffè” o “offrire un caffè” è molto profondo, significa socializzare, ritrovarsi e stabilire un rapporto di confidenza. Secondo le statistiche, circa il 96% della popolazione italiana beve caffè espresso su base giornaliera e circa il 30% beve almeno tre tazzine al giorno.
 
Ma come cambiano i riti del caffè lungo lo stivale?
In questo breve articolo vi racconteremo come cambiano le tradizioni legate all’arte del caffè da Nord a Sud. Si tratta di differenze dettate da fattori culturali più che da mancate competenze.
 
Partendo dall’estremo Nord troviamo il caffè della Valle d’Aosta. Qui il caffè è famoso tanto per la sua preparazione tanto per il contenitore comune in legno in cui è bevuto: la grolla. Per ogni tazza di caffè versata nella grolla se ne aggiunge mezza di grappa (o gineprì), 2 cucchiaini di zucchero, scorza di limone, chiodi di garofano, cannella e ginepro. Poi si cosparge l’orlo della coppa con lo zucchero, un po’ di grappa e si dà fuoco al contenuto fino a quando lo zucchero sulla grolla non si caramellizza.
Inoltre il caffè alla valdostana è bevuto dai commensali nella stessa grolla uno dopo l’altro, tassativamente in senso antiorario.

A seguire, spostandosi verso il Piemonte, incontriamo il “Bicerin”. Si tratta dell’evoluzione della settecentesca bavareisa, la colazione dei torinesi abbienti che frequentavano i caffè dell’epoca. È composto da Caffè, cioccolata e panna liquida serviti in un bicchiere di vetro, in strati separati.
Per gustarlo al meglio si suggerisce di mescolare i tre componenti con il cucchiaino per amalgamare il tutto!
Passiamo ora nel Veneto, qui è possibile gustare la Tazzina Patavina. La specialità di Padova, che nasce nell’800, abbina l’espresso con la panna, al latte, una spolverata di cacao e lo sciroppo di menta.
Per degustare un caffè strong occorre fare rotta nelle Marche, nella citta di Fano. La moretta fanese è una bevanda calda a base di caffè e liquori, legata tradizionalmente ai marinai ed ai pescatori del porto di Fano fin dal XVII secolo. Il drink nasce come digestivo o come bevanda rinforzante pomeridiana. Per questo era molto apprezzata dai marinai marchigiani prima di andare in mare!
La sua versione attuale a 3 strati nasce nel dopoguerra con la diffusione della macchina da caffè espresso. Al caffè è infatti aggiunta una miscela di zucchero, rum, anice e brandy, tutti scaldati con una scorza di limone ma fate attenzione al procedimento!
Utilizzando l’erogatore del vapore, si scaldano nel bicchierino di vetro i 3 liquori, la scorza di limone e lo zucchero fino a farlo sciogliere completamente. Poi si aggiunge il caffè espresso bollente tenendo il bicchiere leggermente inclinato per evitare che i due liquidi si mescolino tra loro. La vera moretta si contraddistingue per i suoi 3 tipici strati: liquore, caffè e crema di caffè.
Scendendo verso il sud Italia, passiamo nella regione più iconica del caffè italiano, la Campania. Il caffè della tradizione napoletana è legato a un ingrediente d’eccezione: la nocciola, che conferisce alla tazzina un sapore intenso e cremoso. Ci sono diverse versioni della ricetta, alcuni aggiungono la panna sul fondo per creare maggiore contrasto.
In Calabria, il caffè viene abbinato ad una pianta profondamente legata al territorio, la liquerizia.
Per preparare un caffè calabrese occorrono 3 ingredienti: caffè, brandy e liquerizia. Lo zucchero e il brandy vengono fatti scaldare insieme nel bicchiere di vetro. Nel frattempo viene pestata una pastiglia di liquirizia da aggiungere al liquore e infine si versa l’espresso caldo.
Ultimo della nostra lista, ma non per importanza, il caffè della Puglia. Da un’antica tradizione nata a Lecce negli anni 50’, nasce il caffè salentino. Questa preparazione è studiata ad hoc visto che permette di raffreddare il caffè senza annacquarlo. Prepararlo è molto semplice. Si mette una base di latte di mandorla, utilizzato come dolcificante, poi si versa un espresso (possibilmente lungo) e si copre il tutto con molto ghiaccio. Nelle caldi estati al mare, il caffè alla salentina è la bevanda principale di ogni pugliese DOC. Per i leccesi è un rito irrinunciabile, bevuto in ogni momento della giornata: dalla colazione allo snack pomeridiano.
Insomma, “Paese che vai, usanza che trovi” come recita un noto proverbio.
Oggi abbiamo scoperto alcune delle più note varianti della bevanda simbolo degli italiani e di come l'arte del caffè sia influenzata nelle diverse regioni.
E voi come bevete il caffè?
Sperimentate tutte queste nuove bevande provando le miscele Caffè Buongiorno.
 
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